le cifre contenute in un articolo pubblicato su Enviromental Science & Technology dai ricercatori dell’Università del Nebraska, che hanno condotto una serie di test su biberon acquistati nei supermercati, quasi mai oggetto di studi sul rilascio di microplastiche. Nello specifico, hanno verificato che cosa accadeva a due contenitori per cibo per bambini di polipropilene e a una busta di polietilene, entrambi approvati dalla Food and drug administration americana (Fda) e riempiti con acqua deionizzata oppure una soluzione di acido acetico al 3%, che richiama le caratteristiche debolmente acide di numerosi alimenti e bevande a base di latte, così come frutta e verdura. Quindi hanno scaldato nel microonde contenitori e buste per tre minuti a mille watt, e poi analizzato la quantità di nano e microplastiche nel cibo e nelle bevande che erano stati riscaldati.
argomento correlato a questo e altrettanto grave: https://ilfattoalimentare.it/microplastiche-acqua-minerale-francia.html Microplastiche nell’acqua delle bottiglie di acqua minerale (citata ricerca dell’università statale di New York).
Mi vengono in mente tutte le possibili superfici in plastica con cui veniamo a contatto e mi chiedo come mai queste ricerche arrivino con estremo ritardo. Ad es. spazzolini da denti in plastica (che sicuramente con lo sfregamento rilasciano microplastiche), taglieri da cucina per le verdure, ciotole e terrine per le insalate, contenitori ermetici per picnic, contenitori di plastica usa e getta per asporto, pellicole adesive per alimenti.
Sviluppando ancora il tema, qualche tempo fa avevo trovato una ricerca che diceva che la plastica BPA-free non è sufficiente per essere al sicuro. Le nuove plastiche emettono composti alternativi non ancora studiati e potenzialmente dannosi come il bisfenolo.
Scusate se non faccio un post a parte, ma sono appena arrivato su Feddit.
La caratteristica distintiva degli effetti a lungo termine è proprio che… non te ne accorgi subito! 😱