Sono state definite l’“elefante nella stanza” della transizione ecologica e da qualche anno sono diventate uno dei beni più contesi di tutto il mondo. Si tratta delle materie prime critiche, ossia di tutti quei metalli e altri materiali che vengono considerati fondamentali per compiere il passaggio a un’economia più sostenibile. Ma che allo stesso tempo – per ragioni geologiche, storiche e politiche – oggi sono distribuite in modo molto diseguale sul pianeta.
Tra questi materiali ci sono anche le terre rare, un gruppo di 17 elementi della tavola periodica dagli usi più disparati: auto elettriche, fibre ottiche, turbine delle pale eoliche.
L’accesso alle terre rare, così come al resto dei materiali critici, si scontra principalmente con due problemi.
- Primo: la Cina controlla la stragrande maggioranza della distribuzione globale.
- Secondo: l’estrazione di terre rare è un processo inquinante e molto costoso.
Come se ne esce? Una possibile soluzione potrebbe arrivare dalla Fondazione Rara Ets, una no-profit fondata da alcuni professori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. … continua a leggere
Sì, son perfettamente d’accordo che l’idea sia fattibile - specialmente considerando, come fai notare anche tu, che non è assolutamente nuova in altri campi, ed ha già prodotto anche recentemente dei risultati.
È solo come il tutto viene presentato nell’articolo - che lo fa quasi puzzare di marchetta e fuffa - che mi fa un po’ storcere il naso. Volevo solo far presente che la prima impressione non è affatto rosea.
Sì, specialmente è sospetta la ricerca immediata di fondi…invece di ricercare prima altre collaborazioni scientifiche per validare o testare meglio l’idea.