…oggi posso leggere le lettere di Manzoni o di Gramsci, che le hanno scritte su carta, ma non quelle dei pionieri dell’informatica, posso leggere il discorso mai letto della morte dei primi uomini sulla Luna, ma non molti dei pensieri di Aaron Swartz, riversati in rete, eppure per la massima parte scomparsi.

@eticadigitale

«in futuro, forse poche email di valore sopravviveranno, e solo se ne avremo cura, ma tutte le parole ed i pensieri riversati nei social saranno persi per sempre. Usciranno dall’Infosfera della Cultura e finiranno in quella parte della Matrice più oscura, dove solo l’industria e la finanza potranno usarle, per poi gettarle via senza farsi domande non appena diventeranno voce passiva di un bilancio trimestrale»

Su Medium è disponibile il post completo di @calamarim

  • informapirata@poliverso.orgOP
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    2 years ago

    @calamarim questo è un luogo comune non privo di fondamento, ma la realtà è che Aristotele l’abbiamo perso perché per molti periodi non interessava più nessuno: infatti l’unico modo per mantenere viva un’opera è mantenerne interessata una comunità di lettori

    @grabbi_it

    • Pare :pace: 🚲 🌞@sociale.network
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      2 years ago

      @informapirata @calamarim @grabbi_it Un libro (o uno scritto su carta) può essere dimenticato in un cassetto, abbandonato in una casa terremotata… e ripescato per caso dopo cent’anni. In condizioni non troppo sfavorevoli (umidità, topi) sarà leggibile, da chiunque.

      L’informazione digitalizzata, richiede manutenzione quasi continua solo per esistere e in troppo casi richiede sforzi di decodifica quasi si trattasse di interpretare i geroglifici, dopo solo qualche lustro da che è stata creata.

      • Fabio Tavano@defcon.social
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        2 years ago

        @Pare @informapirata @calamarim informazione digitalizzata però, al contrario di un libro, può essere duplicata infinite volte e addirittura conservata a norma (se merita). Progetti come archive.org vivono a questo scopo, personalmente ho recuperato versioni digitalizzate di manuali Commodore che in versione cartacea non avrei più ritrovato (o certo non a costi irrisori). Non direi che il media sia poi così dirimente, resta sempre il contenuto a fare il valore e quello prescinde dal contenitore (basta ricordare che anche Fabio Volo ha stampato libri cartacei…)