I bambini dovrebbero fare cose che non portano discriminazioni e no, la religione non è una di queste. D’altronde questi sono problemi degli adulti e sono abbastanza convinto che ai bambini non frega nulla e vorrebbero solo stare tutti insieme senza discriminazioni.
A me interessa poco visto che se mio figlio mi chiede qualcosa su questo argomento gli dico semplicemente la verità: “Dio è come Babbo Natale, qualcuno ci crede o fa finta di crederci ma non esiste” ma mi scoccia per esempio che durante l’anacronistica “ora di religione” (con insegnante scelto dalla curia, giusto per capirci che non è un’ora di religione ma è un’ora di cattolicesimo travestito) lui dovrà uscire dalla classe e dividersi dai suoi compagni al posto di usare quell’ora per qualcosa di utile per tutti (educazione stradale, educazione civica etc).
Ai tempi della scuola ho avuto la fortuna di avere un’insegnante di “religione” che ci faceva discutere temi sociali.
Ma quindi il “default” per quell’ora è seriamente ancora religione cattolica?
Mio figlio deve ancora iniziare la scuola primaria ma nella presentazione della scuola ci è stato detto esattamente quanto ho riportato, quindi non so se è una cosa di tutte le scuole o meno ma nella scuola che abbiamo scelto noi (primaria statale) sì. Ci hanno detto che l’ora di religione è quella di default, che l’insegnante viene scelto dalla curia (quindi non so quale sia il programma ma sinceramente non mi aspetto nulla di particolarmente eversivo) e che i bambini che non vogliono farla verranno portati in un altro posto dove faranno qualcosa “di diverso” come parlare delle emozioni o cose del genere (sono stati abbastanza evasivi su questo quindi probabilmente è una cosa che scelgono in corsa in base a quanti bambini ci sono).
Allora, funziona così - l’insegnante di religione è scelto dalla curia, ma il programma che deve svolgere è ministeriale.
Niente di particolarmente sovversivo, ma non è neanche “l’ora di catechismo” mascherata (non pensiamo ai ricordi delle nostre scuole, son cambiate tante cose negli ultimi 30 anni). Poi ovvio dipende tutto dalla persona scelta, ma questo vale anche per l’insegnante di matematica, di italiano e di qualunque altra materia.
L’alternativa per chi sceglie di non fare religione è a discrezione dell’istituto: deve essere fornita, ma è ovvio che l’organizzazione dipenda da quanti alunni ne usufruiscono, proprio per questioni logistiche.
(PS se proprio devono “parlare delle emozioni” io mi fiderei di più di un insegnante di religione, specie se giovane, dato che almeno un paio di esami di pedagodia e psicologia sicuramente li ha fatti)
I bambini dovrebbero fare cose che non portano discriminazioni e no, la religione non è una di queste. D’altronde questi sono problemi degli adulti e sono abbastanza convinto che ai bambini non frega nulla e vorrebbero solo stare tutti insieme senza discriminazioni.
A me interessa poco visto che se mio figlio mi chiede qualcosa su questo argomento gli dico semplicemente la verità: “Dio è come Babbo Natale, qualcuno ci crede o fa finta di crederci ma non esiste” ma mi scoccia per esempio che durante l’anacronistica “ora di religione” (con insegnante scelto dalla curia, giusto per capirci che non è un’ora di religione ma è un’ora di cattolicesimo travestito) lui dovrà uscire dalla classe e dividersi dai suoi compagni al posto di usare quell’ora per qualcosa di utile per tutti (educazione stradale, educazione civica etc).
Ai tempi della scuola ho avuto la fortuna di avere un’insegnante di “religione” che ci faceva discutere temi sociali. Ma quindi il “default” per quell’ora è seriamente ancora religione cattolica?
Mio figlio deve ancora iniziare la scuola primaria ma nella presentazione della scuola ci è stato detto esattamente quanto ho riportato, quindi non so se è una cosa di tutte le scuole o meno ma nella scuola che abbiamo scelto noi (primaria statale) sì. Ci hanno detto che l’ora di religione è quella di default, che l’insegnante viene scelto dalla curia (quindi non so quale sia il programma ma sinceramente non mi aspetto nulla di particolarmente eversivo) e che i bambini che non vogliono farla verranno portati in un altro posto dove faranno qualcosa “di diverso” come parlare delle emozioni o cose del genere (sono stati abbastanza evasivi su questo quindi probabilmente è una cosa che scelgono in corsa in base a quanti bambini ci sono).
Allora, funziona così - l’insegnante di religione è scelto dalla curia, ma il programma che deve svolgere è ministeriale.
Niente di particolarmente sovversivo, ma non è neanche “l’ora di catechismo” mascherata (non pensiamo ai ricordi delle nostre scuole, son cambiate tante cose negli ultimi 30 anni). Poi ovvio dipende tutto dalla persona scelta, ma questo vale anche per l’insegnante di matematica, di italiano e di qualunque altra materia.
L’alternativa per chi sceglie di non fare religione è a discrezione dell’istituto: deve essere fornita, ma è ovvio che l’organizzazione dipenda da quanti alunni ne usufruiscono, proprio per questioni logistiche.
(PS se proprio devono “parlare delle emozioni” io mi fiderei di più di un insegnante di religione, specie se giovane, dato che almeno un paio di esami di pedagodia e psicologia sicuramente li ha fatti)
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Ma era comunque un insegnante selezionato dalla chiesa, no? Che è un problema grosso per me se si parla di temi sociali a scuola