Stamane ho sentito due numeri e, contrariamente al solito, invece che tradurli subito mentalmente in “tanti”, “pochi” o “boh”, me li sono ricordati per qualche minuto.

I numeri sono:

  • 610 milioni di euro: costo stimato dell’operazione Accogliamoli in Albania per i cinque anni tra tra il 2024 e 2028 (il nome AIA l’ho inventato io in questo momento: a questa cosa serve un nome e non ne ha)
  • 3000 migranti/anno: quota di migranti annua le cui richieste possono essere processate prevista dagli accordi con l’Albania

Avrete già capito dove voglio andare a parare: quanto ci costa ogni migrante spedito in Albania?

610×10⁶ / 5 × 3.000 = 40.666 euro

Questo ammesso che il governo riuscirà a “sfruttare” appieno la quota di 3000 migranti prevista per il 2024 e, per la verità, ammesse altre cose altrettanto improbabili come che non spuntino costi extra (già stamane mi par di aver sentito 800milioni, ma non sapendo da dove viene il numero ho usato le stime “ufficiali”) e che l’operazione non venga abbandonata (ovviamente per via di un qualche complotto contro la povera Meloni) prima del 2028… insomma: quanto ci costerà alla fine non possiamo saperlo, quel che sappiamo è che per il governo ha pensato che spendere 40mila euro a persona fosse un buon affare.

  • Braccio
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    2 months ago

    Ad ora vengono spesi meno della metà, un po’ meno di 20.000 euro a migrante per anno. Però ce li teniamo qui, e tutto quello che fanno, cioè anche delinquere, lo fanno qui. Spenderne il doppio per non avere potenziali problemi non mi sembra una brutta idea, il problema è che sono le solite cose all’italiana, partono in un modo e non si sa come vanno a finire.

    • qweOP
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      2 months ago

      Senza neanche entrare nel merito su criminalità e altro (che sarebbe tutto un altro discorso), secondo te i migranti cui viene negata la protezione resteranno in Albania?

      Anche facendo finta di credere alla favola dei rimpatri, secondo te è più difficile rimpatriare uno da un centro in Italia che da uno in Albania? Si applicano norme diverse per caso?

      • Braccio
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        2 months ago

        Sarebbe tutto un altro discorso vero, che però va considerato, difficile fare altrimenti. Senza considerare anche questo aspetto è ovvio che perde molto di significato questa operazione. Detto questo, come scappano dai centri italiani immagino lo faranno anche da quelli albanesi, ma non capisco dove si vuole arrivare con questo ragionamento ovvio. Proprio perché i rimpatri purtroppo sono favole, la domanda non ha molto senso.

        • qweOP
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          2 months ago

          Non ho dati (e non credo ce ne siano), ma a me sembra probabile che, alla fine, i migranti che scappano dai centri riescano ad arrivare dove volevano andare (Germania, Francia, Italia o altro paese che sia, a prescindere da dove fosse il centro da cui sono scappati (stiamo parlando di gente che ha già rischiato la vita nella parte più pericolosa del viaggio… si spaventeranno per una guardia di frontiera che li tratta male?)

          Non credo che se scappano dall’Albania (che di certo non farà nulla per trattenerli) o dall’Italia cambi qualcosa.

          • Braccio
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            2 months ago

            Esatto sono d’accordo con te, motivo per cui non vedo perché tenerli tutti qui che poi quando scappano rimangono qui a delinquere. L’accoglienza è bella, indubbiamente, ma bisogna essere in grado di farla altrimenti diventa un’arma a doppio taglio, e fino a che questa realtà non ci presenta il conto da vicino non ce ne rendiamo conto. Nel mio piccolo paese, 6k abitanti, erano tutti per l’accoglienza finché un giorno un migrante ubriaco non ha aggredito una pensionata, fortunatamente sono intervenuti dei ragazzi altrimenti la situazione poteva evolversi male. Da quell’episodio in tanti hanno iniziato a pensare che forse non siamo in grado di gestire questa situazione.

            • qweOP
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              2 months ago

              No, non sei d’accordo con me, e soprattutto io non sono d’accordo con te :)

              In particolare, io non credo che, a parità di altri fattori, un immigrato sia più propenso al crimine che un esemplare di pura razza italica (se solo ci ragioni sopra, ti accorgerai che non ci credi neanche tu).

              È vero invece che può finire per dedicarsi al crimine chi non può lavorare legalmente (*1), motivo per cui forse sarebbe il caso di dare ai clandestini una qualche alternativa (il che non significa “cittadinanza” e neanche “permesso di soggiorno”) invece che lasciarli a se stessi dopo aver consegnato loro il foglio di via.

              Non è questione di accoglienza bella o brutta, o di essere buoni o cattivi…

              1. queste persone sono qui e creano disagio (*2)
              2. non siamo in grado di mandarle via
              3. ignorarle non risolve il problema
              4. perseguitarle lo esaspera (ma raccoglie il consenso di un certo tipo di persone)

              *1 più spesso invece finisce per farsi sfruttare da italianissimi geni schiavisti dell’imprenditoria, e… per la verità anche quelli che si dedicano al crimine finiscono per essere sfruttati da italianissimi geni criminali dell’imprenditoria (o… forse ti risulta che l’immigrato sfigato che spaccia sotto casa tua guidi una mercedes?)

              *2 il senso di insicurezza di chi vede un criminale in chiunque abbia la pelle scura o vestiti di foggia esotica è uno di questi, ma ce ne sono altri più oggettivi come il caporalato e il lavoro nero (se non per ragioni etiche, almeno perché chi li pratica fa concorrenza sleale e danneggia le aziende per bene, insieme a chi lavora per queste aziende per bene)

              • Braccio
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                2 months ago

                Un immigrato non è più propenso al crimine perché è immigrato, ma perché viene da una società con culture differenti. I numeri sui reati dicono che la % dei reati commessi da immigrati è superiore alla % di immigrati presente in Italia, è un dato di fatto; non mi ricordo le % precise ma è una cosa tipo i reati commessi da immigrati sono il 20% del totale, gli immigrati in Italia sono il 10% della popolazione totale, numeri completamente a caso ribadisco. Il problema di lasciarli a se stessi è esattamente quello che dico io ed è collegato al “non siamo in grado di fare accoglienza”.

                Il portare gli immigrati in altre nazioni è un sistema che piace, ed è un percorso che anche altre nazioni hanno intenzione di intraprendere.

                • qweOP
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                  2 months ago

                  Un immigrato non è più propenso al crimine perché è immigrato, ma perché viene da una società con culture differenti.

                  Non sequitur. Dimentichi di considerare l’impatto delle condizioni di vita attuali dell’immigrato in Italia… non credi che facciamo più reati perché in media tra loro ci sono più disperati che non hanno alternative e non perché son cresciuti in culture inferiori a qvella italica (BTW: conosciuta in tutto il mondo per il rispetto delle regole e il senso civico dei suoi cittadini).

                  La stessa dinamica c’è tra gli italiani che hanno avuto la sfortuna di crescere in zone povere (della città o della penisola) e chi viene da posti più sani… sono certo che se vai a guardare i dati, ammesso che esistano, scoprirai che i reati (quelli spicci - certo non l’aggiotaggio!) sono più comuni tra chi è nato al sud o in zone periferiche sfigate, e questo non significa certo che la cultura di Rogoredo sia inferiore a quella di San Babila.

                  Pensa se ti trovassi tu senza documenti, senza alcun tipo di supporto (sociale o di parenti/amici), col timore di essere maltrattato anche dalla polizia e senza alcuna prospettiva legale di uscire dalla situazione in cui sei… secondo te questo impatterebbe sulle tue scelte di vita più o meno della “cultura” dei tuoi?

                • skarikoA
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                  2 months ago

                  Non è un problema di “culture differenti”. La realtà è che agli stranieri a cui viene dato il permesso di soggiorno delinquono tanto quanto gli italiani, proprio perché il problema è il fatto di vivere in clandestinità che porta le persone a commettere reati non una supposta “cultura differente” che per qualche bizzarro motivo li porterebbe a fare cose illegali.

                  • Braccio
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                    2 months ago

                    Non ho mai detto che è un problema avere culture differenti. Quello che dici dopo è smentito dai numeri però.

            • skarikoA
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              2 months ago

              Rinforzo il pensiero a modo mio: l’accoglienza è bella senza se e senza ma. Purtroppo qualcuno politicamente spesso se ne approfitta e lascia volutamente situazioni di disagio che creano paure e scompiglio nella popolazione che a sua volta chiederà “maggiore sicurezza” a modo loro (più telecamere, meno stranieri, più polizia, più divieti) venduta spesso dagli stessi che hanno permesso la genesi del problema.

              • Braccio
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                2 months ago

                Perdonami ma il “senza se e senza ma” è sempre sbagliato, in qualsiasi contesto. Bisogna essere in grado di fare accoglienza come si deve, e questo nel rispetto sia delle persone che ospitiamo cioè i migranti ma anche degli italiani. I migranti vanno rispettati, perché non si possono accogliere e poi intascarsi i loro soldi e lasciare loro in balia di se stessi, perché questo purtroppo è quello che è accaduto in tanti centri di accoglienza. E ci vuole anche il rispetto degli italiani, perché questa gente viene da culture differenti, si ritrovano da un giorno all’altro in un altro mondo, e poi accadono fatti come quelli che ho descritto nel mio post precedente. Ripeto, tutto è bello finché il lato brutto della questione non viene ad impattare noi stessi, poi magicamente si cambia tutti idea.

                • skarikoA
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                  2 months ago

                  Mi sembra di aver già elaborato il mio pensiero nello stesso messaggio dove dico “l’accoglienza è bella senza e senza ma” ed è praticamente quanto hai detto tu ma in altre parole (infatti dicevo che rinforzavo il tuo pensiero con parole mie).

                  Il problema è spesso dei politici che permettono, appositamente, la creazione di determinate situazioni per poi lamentarsene e approfittare dei risultati. È una situazione comune che si fa anche in altri ambito: si crea il problema e si vende la (propria) soluzione.