• qwe
    link
    fedilink
    arrow-up
    2
    ·
    edit-2
    2 days ago

    Nota a margine: (rant off topic)

    Cos’è quest’infatuazione della stampa italiana per il termine “deportare”?

    Capisco che il richiamo alla orrorifica espressione “deportazione di massa” sia suggestivo clickbaity, e capisco anche che il false friend inglese deportation possa trarre in inganno chi non sa tanto bene l’italiano (cosa che non dovrebbe riguardare chi di mestiere fa il giornalista), ma per i verbi corretti sono (tra altri possibili) trasferire per i carcerati e espellere per i clandestini.

    Deportare, anche usato figurativamente, trasmette l’idea del privare una persona della libertà forzandola a vivere in un luogo lontano (magari rinchiudendola in qualche campo “di lavoro”) e non si adatta al caso di chi viene spostato da un carcere a un altro o viene riportato nel paese di residenza e lasciato libero.

    Potremmo preservare il termine per quando serve davvero?

    Altrimenti che parola resta da usare per i casi più gravi, come ad esempio quando si parla di piani (criminali e genocidi) di eradicare l’intera popolazione della striscia di Gaza?

    Grazie e scusate il rant.

    • skarikoA
      link
      fedilink
      Italiano
      arrow-up
      2
      ·
      2 days ago

      Hai ragione e secondo me è colpa del false friend. Cioè è colpa di alcuni giornalisti che traducono deportation con deportare.

      Quali sono i giornali famosi che hanno usato la parola deportazione al posto di espulsione?

      • quasimagia
        link
        fedilink
        arrow-up
        1
        ·
        2 days ago

        quasi tutti, complice anche che pure google translate traduce (anche) con “deportazione”