Il Garante per la protezione dei dati personali spagnolo ha ordinato alla Tools for Humanity Corporation, la società che gestisce Worldcoin uno stop di tre mesi, in Spagna, Paese nel quale il servizio conta già centinaia di migliaia di utenti. È un passo importante in relazione a un’iniziativa che ha sollevato, sin dall’inizio, diverse perplessità in giro per il mondo.

L’iniziativa, che nasce dall’estro di Sam Altman, fondatore tra l’altro della più famosa OpenAI, società produttrice e fornitrice del servizio ChatGPT e che non è ancora disponibile in Italia - è, nella sostanza, basata su uno scambio: gli utenti si lasciano scansionare l’iride e altri tratti del volto e lasciano che la società ne estragga una quantità straordinaria di dati biometrici e quest’ultima, in cambio, consegna loro una sorta di ‘pagherò digitale’ in cripto valuta. Super semplificando una dinamica, naturalmente, più complessa di così, in buona sostanza, Tool for Humanity, paga, sebbene in criptovaluta, alcuni tra i dati più sensibili dei quali disponiamo.

L’obiettivo dichiarato dell’iniziativa è quello di creare una sorta di passaporto digitale globale che consenta agli utenti di qualsiasi genere di servizio che ne richieda l’identificazione di farsi identificare con ragionevole certezza. Ma questo obiettivo è, sin da subito, apparso a Altman e ai suoi compagni di avventura impossibile da raggiungere senza trovare una molla capace di convincere miliardi di persone in tutto il mondo a lasciarsi espropriare dei propri dati biometrici e a consegnarli nelle mani di una società privata. Da qui il ‘lampo di genio’: incentivare economicamente gli utenti a mettersi davanti agli scanner di Tools for Humanity e lasciarsi leggere l’iride.