«*Il 4 luglio un’amica che lavora con i social network da più di dieci anni mi ha scritto un messaggio. Diceva: «A me questa cosa che sta succedendo a Twitter provoca davvero una tristezza enorme e reale». Era qualche giorno che Elon Musk prendeva decisioni più erratiche del solito: obbligare tutti ad accedere alla piattaforma per poter leggere un qualsiasi tweet, limitare il numero di tweet visualizzabili, smettere di pagare i servizi di Google Cloud, servizio a cui affidava parte della propria infrastruttura. La tristezza reale di cui parlava lei – di cui hanno parlato, in modo più o meno esplicito, tantissimi utenti assidui di Twitter da quando ha cominciato a circolare la voce che sarebbe stato comprato da Musk – non era legata però soltanto a un paio di scelte molto discutibili. Era la tristezza, e la frustrazione, di qualcuno che non può che stare a guardare mentre un posto del cuore viene distorto fino a diventare quasi irriconoscibile.»

Di Viola Stefanello su Il Post

  • PoliversoOPMA
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    1 year ago

    le cose buone che hai elencato sono sfiorite in disinformazione, fanatismo, morbosità, il mezzo di comunicazione è diventanto quello di odio e discriminazione.

    Esattamente. In termini assoluti è proprio così. Il sistema dei social in generale ha portato soprattutto a questo e Twitter non è stata un’eccezione. Ma ti ricordo che la disinformazione non è nata con i social, ma ha solo consentito a nuove realtà di praticarla, mentre prima dei social la disinformazione era un monopolio naturale che viaggiava su UHF ed era appannaggio di TV e radio statali e, solo successivamente, di Corporation globali o locali.

    Vorrei avere una convinzione sincera che questo strumento abbia fatto piú bene che male, ma proprio non concordo

    Ma io, personalmente, ne ho guadagnato immensamente in conoscenza. Tutto quello che ho costruito con il fediverso è fondamentalmente nato dalla mia esperienza su Twitter. Perché il punto è che chi disponeva di strumenti culturali ha potuto contrastare i filtri, gli algoritmi e la disinformazione. Chi non li aveva è diventato parte del gioco nella parte del giocattolo! Quindi, ok. In termini assoluti i social e twitter con essi sono generalmente mer|)a, ma sarebbe stata mer|)a anche la TV. E infatti lo è stata! E lo è ancora: lo sai che la manipolazione delle opinioni avviene ancora attraverso la TV e non attraverso i social, il cui impatto su dimensione locale non è così tanto più rilevante di quello della Radio?

    A questo punto, se guardi al contesto (=il peggioramento dell’informazione e della manipolazione della pubblica opinione) il ruolo dei social no non è stato dominante. D’altra parte, dal punto di vista dell’accesso alla conoscenza (o meglio, dell’accesso all’informazione) i social network (anche Facebook!) sono stati importanti e rilevanti.