Traduco un pezzo di questo articolo da cui prendo spunto per chiedere: come vi difendete da una, si spera rarissima, eventualità simile?

Immaginate…

Ieri sera un fulmine ha colpito la nostra casa e l’ha bruciata. Sono fuggito indossando solo i miei vestiti da notte.

In un attimo, tutto si è vaporizzato. Computer portatile? Cenere. Il telefono? Cenere. Il server di casa? Un relitto fumante. Yubikey? Un pezzo di carne carbonizzata.

È un bel problema.

Per recuperare la mia vita digitale, devo essere in grado di accedere alle cose. Ciò significa che devo conoscere i miei nomi utente (facile) e le mie password (difficile). Tutte le mie password sono memorizzate in un Password Manager. Riesco a ricordare la password. Ma per accedere al gestore è necessario anche un codice 2FA. Che viene generato dal mio telefono cellulare.

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  • floreana@poliverso.org
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    2 months ago

    @skariko
    Mi sono confrontata con un pensiero simile proprio oggi: il mio cellulare ha sbroccato, iniziando a spegnersi e riavviarsi da solo.
    Sono in vacanza: carta d’imbarco e biglietti del treno ce li ho solo sul cellulare, niente cartaceo.
    Ho spento lo smartphone sperando che bastasse per fargli passare il “singhiozzo”, ma ovviamente ho dovuto pensare a soluzioni alternative in caso non si fosse più riacceso.
    Diciamo che in questo caso me la sarei cavata con poco, ma comunque il pensiero di possibili problemi con l’autenticazione a due fattori mi è ben occorso. Poteva andare molto peggio.

    In Germania si sta appena cominciando a parlare di “diritto all’accesso offline”, cioè il diritto di accedere ai servizi pubblici senza essere costretti ad avere un cellulare, un computer, un’email ecc.
    La trovavo già una discussione sacrosanta e sensatissima, dopo oggi capisco che davvero non si può affidare tutto allo smartphone.

    Vorrei poter dire che farò tesoro dell’esperienza, ma so che probabilmente la comodità avrà il sopravvento.