L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando molti settori, promettendo innovazioni in ambito sanitario, educativo e lavorativo. Tuttavia, quando si parla di supporto psicologico, la sua capacità di sostituire gli esseri umani resta altamente discutibile. Nonostante i progressi nella tecnologia, l’IA non possiede la capacità di comprendere le complesse sfumature emotive, psicologiche e relazionali che definiscono il processo terapeutico. In questo articolo, esploreremo perché, nonostante le potenzialità della tecnologia, l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire il ruolo fondamentale dello psicologo, che si basa sull’empatia, sull’ascolto attivo e sulla capacità di costruire una relazione terapeutica autentica.

  • SuluBeddu
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    ·
    8 hours ago

    La tecnologia non sostituisce, in toto, quasi nessuno.

    La domanda non è chiederci se un giorno la figura dello psicologo sarà completamente soppiantata da un sistema automatico “migliore”. Semmai ciò che è più probabile che accada è che, in un contesto di libero mercato, delle aziende decidano di offrire servizi psicologici a più basso costo di uno psicologo, eseguendo molti passaggi con una AI, per ridurre i costi.

    Poi, a lungo andare, se questa organizzazione del lavoro dovesse funzionare, potrebbe crearsi uno standard, potrebbe essere incrementata la ricerca su questo caso d’uso, e quindi alla lunga una buona dose di psicologi potrebbero vedersi con meno lavoro disponibile, o il loro salario diminuito al punto da scoraggiare altri a intraprendere la carriera.

    A mio parere, queste discussioni su cosa la AI non sarà mai in grado di fare lasciano molto il tempo che trovano, non imparano da ciò che è realmente accaduto ai vari mestieri e settori in cui la AI sta prendendo piede.